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Vorrei poter parlare con le città

from Oltre il cielo alberato by snowdonia

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    ODLA:
    Il mio disco nasce frammentario, in un periodo di forti agitazioni e contraddizioni personali, spostamenti continui e peregrinazioni frenetiche, relazioni amorose finite in malo modo e insofferenza verso incarichi di lavoro precari e frustranti: una canzone è stata scritta in India, una nell’Amazzonia peruviana, alcune nelle pause pranzo della fabbrica o nelle monotone giornate di lavoro in campagna, sempre per l’esigenza stringente di esprimere - e quindi poter osservare - in una forma compiuta e quindi extrasoggettiva, un nodo, un tarlo, un’emozione interiore.

    Con altrettanta naturalezza, riordinare il quotidiano ha significato anche riordinare quelle canzoni all’interno di un’opera unitaria, come frammenti sparsi il cui valore si palesasse nella visione d’insieme del puzzle terminato, come riannodare i fili di un discorso avviato in precedenza.
    In questo senso il disco è un concept-album, la cui struttura narrativa si svolge in tre atti - sommariamente definibili: partenza/viaggio, approdo, nuovo inizio - attorno alla metafora classica del viaggio inteso come avventure e queste, nonostante la volontà di mantenere un’autonomia ferma ed intima ad ogni singolo brano, considerato sempre come territorio di costruzione ed espressione di un’emozione autonoma, indipendente, valida in se stessa.
    Non lo so se ci sono riuscito.

    Nella finzione narrativa, il viaggio è il viaggio di un bambino, Hassan, che fugge dalla guerra alla ricerca di una possibile salvezza altrove. Ben presto però la dimensione della storia, dello spazio e del tempo, introdotta dalla vicenda di Hassan nei primi brani, tende a svanire e a confondersi, manifestando i reali protagonisti in ballo, quali la fuga e l’accettazione, la crudeltà e la bellezza, gli smarrimenti e le piccole conquiste.

    Non voleva essere un’opera sulla guerra, né sull’amore.

    Non voleva nemmeno essere la descrizione di un momento storico, un segno dei tempi, non si avevano intenti etici o moraleggianti.

    Voleva essere, invece, e più spontaneamente, un disco politico, nel significato più arcaico, greco, del termine: il momento precedente a qualsiasi intento o progetto intellettuale, l’espressione pura del momento in cui la propria individualità si riversa nel mondo ed entra in contatto con l’altro.

    Penso ne sia risultato un disco di lotta, a tratti più aspro e a tratti più positivo, senza dubbio non privo di ingenuità e di errori che, benché oggi mi facciano leggermente sorridere, sono parte integrante del risultato finale.

    Ma non me ne vergogno, l’arte dev’essere crudele verso il proprio artigiano, altrimenti non ci sarebbe riflessione alcuna. E non ha senso sia io a giudicarmi: si è sempre pessimi giudici di se stessi e l’occhio, ahimè, non vede mai se stesso. Di fronte ad una propria creazione artistica possiamo solamente valutare il nostro grado di sincerità espressiva - che coincide con il livello d’emersione di ciò che prima stava sotto, impantanato nel nostro profondo - tutto il resto sono chiacchere da bar, appartengono al dominio del linguaggio e del pensiero, tutto ciò da cui l’arte intimamente cerca di svincolarsi per rappresentare una via alternativa.

    Non mi dilungherò su un’osservazione puntale dei singoli brani, è giusto che ognuno colga quello che vuole e quello che può, conformemente alla propria sensibilità.

    Sono convinto che solo il fruitore possa realizzare il senso di un’opera, che sicuramente non può essere uno soltanto né tanto meno può essere quello dell’autore che, se ha lavorato onestamente, ne sa meno di tutti.

    Con gratitudine, Odla

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lyrics

Vorrei poter parlare
con le città
portare nel mio cuore
l’umanità

Vorrei che solo un’ora
tu fossi qua
sentire con la bocca
l’effetto che fa

Vorrei sulla tua nube
volare con te
baciare la tua voce
che parla di me

Vorrei con te toccare
un’eternita
un sogno senza più fughe
nella realtà

Vorrei vederti dentro
a questa mia condanna
e per un giorno solo
fossi tu la mia madonna

Vorrei solo un addio
che fosse solo mio
vorrei non più volere
ma vivere d’amore

credits

from Oltre il cielo alberato, released November 6, 2020

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snowdonia Busto Arsizio, Italy

Dal 1997 a oggi abbiamo prodotto un sacco di dischi e ne produrremo ancora. Se voi non li comprerete, pazienza. Rimanere incompresi ci renderà ancora più fighi.

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